Vacanza a Vulcano (2015)
Il nostro viaggio a Vulcano è cominciato a bordo di una nave da minicrociere Tarnav, che da Milazzo ci ha portato alla prima delle Isole Eolie che si incontra durante la traversata.
Vulcano ci è apparsa subito in tutto il suo splendore.
La vista dell’isola vulcanica dal mare è imponente, affascinante, e se vogliamo anche un po’ spaventosa.
E’ vero, l’ultima eruzione è avvenuta nel 1890, ma vi assicuro che il primo impatto con il vulcano che si erge a picco sul mare, lascia senza parole.
Traghetto Vulcano Isole Eolie
Dopo aver costeggiato l’isola per raggiungere il porto, siamo scesi dalla bellissima nave che ci ha ospitati, accolti subito da un forte odore di zolfo.
Con le valige e le borse del mare, sotto il sole di agosto, cercare una macchina che ci accompagnasse all’alloggio ci è sembrata la scelta più saggia.
Nella strada antistante il porto abbiamo subito notato delle graziose autovetture posteggiate, dei colori più accesi che si possano immaginare.
Perché non affittarne una per girare Vulcano in lungo e in largo?
Noleggiare Auto e Moto a Vulcano
All’autonoleggio da Paolo, a pochissimi passi dal Porto di Levante, abbiamo preso una 127 rossa modificata in stile Mehari.
La nostra “Mehari Modificata”, che mangiava la polvere anche in salita, ci ha condotti con un sorriso al Villaggio Togo Togo, un camping fornito anche di bungalow immerso nello scenario delle Spiagge Nere (Porto di Ponente).
Dal bungalow in cui alloggiavamo, come probabilmente da tutti gli altri, si sentiva il rumore delle onde infrangersi nell’antistante spiaggia… con un richiamo del genere non si poteva fare a meno di correre a tuffarsi!
Sabbie Nere Vulcano
Le fini sabbie nere di origine vulcanica, che occupano questa baia, rendono il mare brillante di un blu intenso.
Mentre godevamo di questo paesaggio e del caldo sole in riva al mare, un operatore turistico avvicinandosi ci ha proposto un’escursione in barca fino alle coste Lipari.
Così la nostra mini crociera ci ha portati sulla rotta del Mito attraverso:
Scogli, faraglioni, grotte e insenature dalle forme più particolari, in cui si riflettono le lucenti increspature del mare, e che i pescatori con fantasia hanno saputo sapientemente battezzare.
Escursioni in barca a Vulcano
La sosta alla piscina di Venere, una vasca di mare limpido e con fondali poco profondi, ci ha regalato un bagno da sogno, circondati da diverse specie di pesci che nuotavano veloci.
Sono sicura che una sogliola mi abbia sfiorato la gamba!
La gita in barca è proseguita attraverso i famosi faraglioni di Lipari, Pietra Lunga e Pietra Menalda.
Sono due torri di magma solidificato che in epoca antica risiedevano all’interno di due condotti vulcanici ormai completamente erosi dal mare.
Molto particolari anche lo scoglio di Papa Giovanni, lo scoglio della Mummia e la grotta degli Angeli.
Qui è bastato un tuffo per dimenticarsi delle vicine e così diverse spiagge nere di Vulcano, immersi in un fondale cristallino che risalta grazie alla roccia e alla sabbia bianco candido.
Una voce tra i passeggeri in barca ha esclamato: “è il paradiso!”.
Ma la fremente e fumante Vulcano ci attendeva, celante di tante sorprendenti meraviglie.
Cosa vedere a Vulcano?
A bordo della nostra 127 abbiamo percorso l’isola di Vulcano da un capo all’altro, scendendo a picchiata verso la spiaggia dell’Asino e Gelso, vicino il Faro Vecchio, dove vecchie signore intrecciano collane con spago, conchiglie e tesori del mare, risalendo poi attraverso il punto panoramico Capo Grillo.
Da qui superata la pineta si ammirano distintamente Lipari, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea e Stromboli, tutte in fila nella loro bellezza.
Uno tra i paesaggi più emozionanti che si possano ammirare.
Di ritorno costeggiando il Vulcano della Fossa sul far della sera abbiamo intravisto delle persone in cima al Gran Cratere, che sollevavano un gran polverone ad ogni passo. Il primo pensiero è stato quello di raggiungerli!
La nostra 4×4 (agli occhi di tutti una 127 rossa) sfidante delle impervie sabbie vulcaniche, con un eccellente forza di trazione, ci ha condotto (per al massimo due metri) alle pendici del vulcano….
Dopo aver fatto un parcheggio perfetto in salita (su una montagnola di sabbia che non si poteva chiaramente superare) è cominciata la nostra visita.
Visita al Cratere di Vulcano
Da qui è cominciata la scalata al Gran Cratere di 386 metri.
Una camminata di circa 1000 metri attraverso i sentieri (non sempre perfettamente agibili) nelle ripide pendici.
Ci sentivamo stanchi e accaldati come se avessimo raggiunto Lipari a piedi, che dista per l’appunto 1000 m da Vulcano, nonostante avessimo intrapreso il cammino al tramonto quando il sole è meno caldo.
L’ambiente che ci circondava cambiava ad ogni passo.
Prima le salite sabbiose ricche di vegetazione, poi le scivolose formazioni porose di pomice in cui resiste ancora qualche ginestra e infine i residui vetrosi di tipo ossidianico.
Tra le varie peripezie affrontate finalmente la cima, uno scenario lunare quasi surreale, un paesaggio che fa dimenticare tutte le fatiche affrontate.
Le pietre nere lucide riflettevano i primi raggi della luna.
La terra nera bruciata faceva risaltare il tramonto arancione e il mare azzurro che sia ammira solo da lì su, il fumo basso di color giallo pallido accarezzava il suolo volando basso.
Un viandante salito prima di noi aveva disposto le pietre più tondeggianti a torretta formando tante graziose sculture che arricchivano il paesaggio.
La curiosità di vedere più da vicino il condotto che ci collega direttamente al caldo nucleo della terra ci ha spinti fino a sporgere il naso oltre la bocca del cratere, l’immenso Gran Cratere.
Una forma ellissoidale perfetta di 500 metri, sapientemente disegnata dalla natura, adornata da diverse fumarole gialle intense patinate di zolfo.
In queste esalazioni si trovano acido solfidrico, anidride solforosa ed altri vapori vulcanici che in presenza di goccioline d’acqua, reagiscono fra loro e depositano lo zolfo formando incrostazioni e masse di interesse minerario (meglio non avvicinarsi senza le maschere).
Il tempo in cima al vulcano è volato, d’un tratto il sole si è immerso nelle acque dell’isola che ci circondava interamente.
Vulcanello
I tufi vulcanici multicolore di Vulcanello, un altopiano lavico fitto di vegetazione perfettamente visibile dal Vulcano della Fossa, avevano già creato i contrasti cromatici notturni.
Le altre isole dell’arcipelago si andavano tingendo di blu scuro e mescolando sempre di più al colore del mare.
Di corsa verso la macchina, in discesa ripida la notte è calata in un attimo!
Eravamo decisamente a rischio “valanga”, nel senso che qualcuno di noi inciampando avrebbe potuto raggiungere molto velocemente la strada e aspettarci ai piedi del vulcano.
Si, avremmo dovuto attrezzarci meglio, o forse è meglio dire dovevamo attrezzarci un minimo!
Ma la fortuna dello scalatore principiante ci ha portato i turisti francesi più organizzati dell’isola.
Torce, lampade frontali, scarpe da trekking, bastoni… ed io che avevo pure la borsa da passeggio con un manico scucito.
Ben presto si è formata una carovana sulla scia della luce francese. Vive la france et les joueurs d’accordéon!
Dentro la macchina di ritorno al villaggio la felicità della salvezza, ci ha fatto ridere e scherzare per tutto il tragitto.
Valle dei Mostri Vulcano
La mattina presto dopo una dormita al fresco dell’isola, ci siamo diretti a nord est della penisoletta di Vulcanello, fino alla suggestiva Valle dei Mostri.
Questa area si è formata dalle ultime esplosioni del 1888.
Tra la finissima sabbia nera si ergono grottesche rocce vulcaniche, che erose dal mare, dal vento e dalle intemperie hanno assunto forme spaventose in continuo cambiamento.
A secondo della diversa fantasia di ognuno si possono chiaramente individuare mostri, belve feroci e figure inquietanti.
Se vai a Vulcano non puoi non fare il bagno nei centenari fanghi… quindi rassegnati all’odore di uova marce e dirigiti alle terme.
Acque Calde e Fanghi Vulcano
Con soli due euro a persona siamo entrati nel sito, che ha anche un accesso privato alle Acque Calde.
Vengono così definite perché riscaldate da ebollizioni sottomarine dovute alla fuoriuscita di gas caldi dai fondali.
La Pozza dei fanghi, antistante una montagna gialla di fumarole, è alimentata ininterrottamente da innumerevoli bolle dalle quali fuoriescono vapori sulfurei, acqua salmastra e fango argilloso ad altissimo contenuto di zolfo.
Seguendo le indicazioni, bagnandoci nei fanghi abbiamo avuto benefici alle articolazioni, alla pelle e alle vie aeree.
Di certo è che avevamo la pelle liscia (ma puzzolente) da quando non ne avevamo memoria.
Ultima tappa la visita al centro vulcanologico, facilmente raggiungibile a piedi dal Porto di Levante, un ottimo modo istruttivo di terminare la nostra sorprendente vacanza.
E così…
Arrivederci a Vulcano, la terra in cui la mitologia situava le Fucine di Efesto, dio del fuoco e fabbro che aveva per aiutanti i Ciclopi…
Un’isola bellissima da visitare, sia via terra che dal mare, ricca di sorprese e paesaggi suggestivi unici nel mondo.
Di ritorno verso Milazzo l’abbiamo costeggiata l’ultima volta a bordo del traghetto, volgendole uno sguardo, molto più affascinati di quando siamo arrivati.
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